Usa-Russia, positivo l’incontro tra i due leader ma divisi su cybersicurezza e diritti umani

di Mario Tosetti

Eccoci nel giorno dell’atteso incontro face to face tra il Presidente Usa, Joe Biden, e il Presidente Russo, Vladimir Putin. Molti gli argomenti sul tavolo di discussione tra i due leader a Ginevra. Entrambi partono con le migliori intenzioni, si mostrano sorridenti e distesi. “Penso che sia meglio incontrasi faccia a faccia”, ha esordito Joe Biden mentre Putin ha auspicato “Spero che il nostro incontro sia produttivo”.

All’inizio della giornata non è mancato un colorito misunderstanding in merito al quale è stata subito diramata una nota stampa dalla casa bianca. Joe Biden avrebbe fatto un segno di assenso a fronte della domanda di un giornalista che chiedeva se si ci potesse fidare del Presidente Russo.  La direttrice delle comunicazioni Kate Beddingfield ha spiegato che c’è stata una “mischia caotica, con i giornalisti che urlavano” e le voci che si sovrapponevano. Ha detto che Biden “chiaramente non stava rispondendo ad alcuna domanda”, ma stava “annuendo in segno di riconoscimento alla stampa in generale”. Beddingfield ha poi sottolineato che Biden  ha preventivamente spiegato ai giornalisti che il suo approccio con l’omologo sarebbe stato “verificare, poi fidarsi”.

Ad accompagnare i due presidenti c’erano i rispettivi capi delle diplomazie, Antony Blinken e Serghey Lavrov. Successivamente i colloqui sono stati estesi a delegazioni di alti collaboratori. I temi toccati sono stati vari dal cybercrimine alle presunte interferenze russe nelle elezioni Usa, dalle armi all’Ucraina.

L’incontro a Ginevra è durato oltre tre ore, alla fine dell’incontro però i due leader hanno deciso di tenere conferenze stampa separate. Tuttavia il bilancio dell’incontro, a detta di entrambi è positivo. “L’incontro con Biden è stato costruttivo. Non ci può essere una fiducia che dura per sempre ma c’è uno spiraglio di fiducia” ha detto Putin, mentre il presidente Usa ha definito il summit “buono e positivo”, con “disaccordi ma non attriti”, sottolineando che “un’altra Guerra Fredda non sarebbe nell’interesse di nessuno” e che “c’è una genuina prospettiva di migliorare significativamente le relazioni”.

Dall’incontro ne è derivato, anzitutto, l’inizio delle consultazioni sulla cyber security e i due leader hanno raggiunto l’accordo per il ritorno dei rispettivi ambasciatori a Mosca e Washington. Chiarosegnale che indica la volontà di normalizzare i rapporti. I rispettivi ambasciatori erano stati infatti richiamati in patria a causa delle tensioni diplomatiche tra i due Paesi. I diritti umani, invece, restano irrisolto e gli Usa, con particolare riferimento al caso che Navalny, ribadiscono che “saranno sempre sul tavolo”. In una nota congiunta, i due leader hanno comunque riaffermato “il principio secondo cui una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere mai combattuta”, ricordando che “nel prossimo futuro” avvieranno “un dialogo bilaterale integrato sulla stabilità strategica che sarà robusto”.

Nelle due conferenze stampa, tenutesi separatamente, il primo ad esprimere le proprie opinioni è stato Putin. Nonostante i segnali positivi l’argomento della cybersicurezza è profondamente divisivo e secondo Putin “la maggior parte degli attacchi proviene dagli Usa”. In relazione ai diritti umani, a una domanda sulla detenzione dell’oppositore Alexei Navalny, Putin, ha ribadito la giustezza del trattano sottolineando che “ha violato la legge”, aggiungendo “Guantanamo è ancora aperto, e non corrisponde agli standard internazionali dei diritti umani o alle leggi degli Stati Uniti. Di che diritti umani stiamo parlando? In Europa c’erano prigioni dove si torturava. In Russia stiamo sviluppando il nostro percorso”. Putin ha respinto ogni critica, evidenziando i comportamenti degli Stati Uniti e gli attacchi con i droni. E a quel punto ha chiesto ai giornalisti in conferenza stampa: “Chi è il killer?”, ricordando l’appellativo con cui era stato chiamato da Biden lo scorso marzo. Ad ogni modo non sono mancate da parte del Presidente Russo nei confronti di Biden attestazioni di stima definendolo “una persona di grande esperienza” ed  evidenziando che Biden “è molto diverso dal presidente Trump“.

A seguire si è tenuta la conferenza stampa di Biden il quale ha dichiarato: “Importante incontrarsi di persona così che non ci siano incomprensioni su quello che io voglio comunicare. Il tono di tutto l’incontro è stato buono, positivo, non ci sono state azioni stridenti”. Rivolgendosi direttamente al Presidente Russo  ha evidenziato che “la mia agenda non è contro la Russia, è per gli americani”, aggiungendo che  “ci sono delle regole di base che vanno rispettate”. Per il presidente Usa “condividiamo delle responsabilità” e le nostre relazioni “devono essere stabili e prevedibili”, augurandosi che Washington e Mosca siano“ in grado di cooperare”. Il nodo irrisolto dei diritti umani assume per Biden un importanza unica spiegando che “sono parte del Dna degli Stati Uniti. Ho detto a Putin che saranno sempre sul tavolo” di confronto. “Noi continueremo a sollevare questioni per casi come Alexei Navalny e tutte le questioni legate ai diritti umani”. Quindi, ha aggiunto, “non tollereremo violazioni dei diritti democratici e risponderemo”.In relazione ai cyberattacchi Biden fa sapere di aver fornito a Puntin “una lista di 16 infrastrutture critiche” che non devono essere colpite in nessun modo, precisando che è chiaro ad entrambi che a fronte di cyberattacchi o interferenze sulle elezionici saranno ripercussioni. Ha manifestato, inoltre, apertamente “il nostro incrollabile sostegno alla sovranità dell’Ucraina“.
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