di Corinna Pindaro
“Sono già arrivate 1,3 milioni di dosi, come aveva annunciato il generale Figliuolo e ad aprile sicuramente arriveranno 8 milioni di vaccini con un outlook positivo, il che significa che Moderna e Pfizer potrebbero arrivare anche in numero maggiore”, così il Sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri che aggiunge, “A Maggio ne aspettiamo più del doppio”.
Secondo Sileri in merito al blocco della somministrazione di Astrazeneca da parte dell’Olanda non c’è da preoccuparsi. “Hanno notato dei casi di trombosi, ma si tratta di numeri esigui rispetto alle dosi inoculate. Peraltro, va accertata la reale correlazione causa-effetto. Prendiamo decisioni politiche sulla base di evidenze scientifiche”, dichiara il Sottosegretario che spiega, inoltre, che l’Italia non ha intenzione di bloccare l’uso del vaccino Astrazeneca nonostante i casi sospetti. “È presto per dire che a Genova -dove un’insegnante 32enne è ricoverata dopo aver ricevuto il vaccino- ci sia un nesso causa-effetto. Dobbiamo affidarci alla farmacovigilanza per avere una base scientifica. Si tratta di una donna giovane e questa complicanza della trombosi, nei rari casi in cui si è manifestata, è stata notata soprattutto nel genere femminile e in una fascia d’età bassa”, continua Sileri.
Il Sottosegretario alla salute auspica, comunque, un intervento dirimente dell’ Ema: “Ci sono stati 62 casi di trombosi in tutto il mondo, di cui 44 in Europa occidentale: non possiamo essere sicuri che la causa sia il vaccino ma non lo possiamo neanche escludere- dichiara Sileri- Serve una maggiore vigilanza e per questo Ema rivaluterà, senza fermare la somministrazione di vaccini: valuterà se c’è un comune denominatore e nel caso ricalibrerà la somministrazione per determinate categorie”.
Il Sottosegretario alla Salute rammenta, infine, che le dosi arrivate in Italia di Astrazeneca sono nettamente inferiori rispetto quelle stabilite dal contratto ma assicura che “le differenze nelle vaccinazioni, così come sulla fascia 70/79 anni saranno ricalibrate entro due- tre settimane. Una parte del problema è dipeso dall’utilizzo dei vaccini e anche il meccanismo della prenotazione non è stato omogeneo nel Paese. Gli errori si fanno ma la forza è saper correggerli quanto prima”.