Vaticano, Monsignor Viganò non si presenta per difendersi dall’accusa di scisma: “Il Papa si dimetta”

Nonostante la sua assenza, il processo continuerà e Viganò sarà giudicato con un avvocato d’ufficio, rischiando la dimissione dallo stato clericale

Oggi, 28 giugno, monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli USA, avrebbe dovuto presentarsi davanti all’ex Sant’Uffizio per difendersi dall’accusa di delitto di scisma. Tuttavia, non si è presentato e, invece di scusarsi, ha aumentato la tensione con una lunga nota pubblica in cui ha chiesto nuovamente le dimissioni di Papa Francesco con toni molto duri. Viganò ha iniziato il suo messaggio dichiarando di voler rendere pubblica la sua dichiarazione e ha denunciato i suoi accusatori, il loro “concilio” e il loro “papa”.

Nella sua nota, Viganò ha pregato i Santi Apostoli Pietro e Paolo di intercedere per la Santa Chiesa affinché venga liberata da quelli che lui definisce “usurpatori” e dall’assedio che la eclissa. Nonostante la sua assenza, il processo continuerà e Viganò sarà giudicato con un avvocato d’ufficio, rischiando la dimissione dallo stato clericale.

Viganò sostiene che la sua non è una difesa personale ma della Santa Chiesa di Cristo, nella quale è stato costituito Vescovo e Successore degli Apostoli. Respinge con forza l’accusa di essersi sottratto all’autorità del Vicario di Cristo, sostenendo che non può essere considerato in comunione con Jorge Mario Bergoglio, che secondo lui, a causa delle sue “molteplici eresie”, non può essere considerato un membro della Chiesa.

Viganò ha affrontato questa prova con determinazione, affermando di non avere alcun motivo per considerarsi separato dalla comunione con la Santa Chiesa e con il Papato, che dice di aver sempre servito con devozione e fedeltà. Nel 2018, aveva già accusato Papa Francesco di aver coperto il cardinale Theodore McCarrick, colpevole di abusi su alcuni seminaristi. Nella sua recente dichiarazione, Viganò ha preannunciato di non avere “alcuna intenzione” di sottoporsi a quello che definisce “un processo farsa”, in cui coloro che dovrebbero giudicarlo imparzialmente sono gli stessi che lui accusa di eresia, tradimento e abuso di potere.

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