In occasione del summit sul Mare del Nord la presidente della Commissione europea ha sottolineato come a distanza di un anno dall’inizio della guerra in Ucraina l’Europa è riuscita a divenire indipendente dalle forniture di Mosca
di Carlo Longo
“È stato l’anno di una grave crisi energetica innescata dalla guerra di Russia, ma insieme siamo riusciti a sbarazzarci della nostra dipendenza dai combustibili fossili russi e abbiamo diversificato rivolgendoci a partner affidabili”, così si è espressa la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel corso del punto stampa al termine del summit del Mare del Nord a Ostenda.
La presidente dell’esecutivo europeo ha sottolineato che “i cittadini dell’Ue hanno ridotto i consumi di energia del 20%, ma la cosa più importante è che abbiamo investito massicciamente nelle energie rinnovabili”.
Dal punto di vista delle politiche attive che saranno messe in campo dalla Commissione von der Leyen ha parlato di un “un quadro normativo più semplice con la nostra legge sull’industria Net Zero, un uso incentivato delle energie rinnovabili con la riforma del mercato dell’elettricità e forniture sicure di materie prime essenziali. L’anno scorso per la prima volta abbiamo generato più elettricità dall’eolico e dal solare rispetto al gas”.
“Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Lussemburgo, Francia, Irlanda, Norvegia e Gran Bretagna raddoppieranno gli obiettivi fissati l’anno scorso a Esbjerg per la produzione di energia eolica offshore. Abbiamo bisogno di questa ambizione, ci darà tutto il vento di cui abbiamo bisogno nelle nostre vele, mentre ci avviamo verso la neutralità climatica”, ha scritto su Twitter von der Leyen.
In particolare, in relazione all’incontro sul Mare del Nord il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato come può divenire “un luogo dove generare molta energia e un grande centro interconnesso oltre i confini nazionali”. “Qui si può produrre eolico offshore e idrogeno pulito”, ha sottolineato Scholz, indicando che “in un tempo molto breve il Mare del Nord sarà un luogo molto più importante per la produzione di energia di quanto già non sia oggi”.
In occasione dell’incontro a cui hanno partecipato nove capi di Stato e di governo ad Ostenda, al fine di siglare la dichiarazione congiunta he definisce il Mare del Nord la più grande centrale energetica d’Europa entro il 2050 cento grandi aziende europee hanno lanciato un appello. “Sono necessari nuovi importanti investimenti nella capacità produttiva e nelle infrastrutture chiave come reti e porti”, è l’appello delle cento aziende, e “per avviare gli investimenti dove i colli di bottiglia della catena di approvvigionamento sono più acuti, è necessario il sostegno pubblico, compreso il sostegno finanziario”, si legge nella dichiarazione congiunta sottoscritta delle imprese.
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