Voto in Russia: esito scontato ma la protesta di Navalny si è sentita. Arrestati in 74, numero destinato a salire

Il successo dello Zar è fuori discussione ma la manifestazione “Mezzogiorno contro Putin” è un segnale forte contro il Cremlino che ha sortito, almeno in parte, gli esiti attesi

La moglie di Navalny a Berlino

di Ennio Bassi

La protesta funziona. In quella che è una delle più attese giornate di voto della Russia, se di voto si può ancora parlare, lunghe code si sono formate alle 12 davanti a diversi seggi elettorali nel centro di Mosca e di altre città russe. E, immancabili, sono scattati gli arresti. Nel momento in cui scriviamo secondo alcune fonti sono 74 le persone arrestate in tutto il Paese per aver protestato fuori dai seggi durante questa giornata elettorale, come riportato dall’ONG Ovd-Info. Un numero che tuttavia è destinato ad aumentare. Altre fonti già parlano di 125 arresti già effettuati.

In questa terza e ultima giornata delle elezioni presidenziali in Russia, la partecipazione degli elettori pare abbia  superato il 67,5% , dato che si era registrato nel 2018, quando le elezioni si svolsero in un’unica giornata. U’ informazione questa comunicata  dalla Commissione elettorale centrale e rilanciata dalla TASS.

Come si legge su vari canali Telegram, dove rimbalzano notizie di proteste e anche di arresti, sulla storica via Arbat si è creata una fila di alcune centinaia di persone intorno a mezzogiorno, in coincidenza con la protesta organizzata dai seguaci di Navalny. La polizia, presente in grande numero, si limita a vigilare sulla situazione e a regolare il flusso degli elettori. Altri seggi, tra cui uno a San Pietroburgo, mostrano file di persone in attesa.

Anche fuori dai seggi elettorali presso diverse ambasciate russe all’estero si sono formate lunghe code di elettori, come testimoniano molti video e foto condivisi sui social dalla Novaya Gazeta Europe. Numerose persone si sono radunate ad Astana, nel Kazakhstan, così come a Berlino, Istanbul e Sofia.

Yulia Navalnaya, la vedova di Aleksei Navalny, ha scelto di unirsi alla fila degli elettori fuori dall’ambasciata russa a Berlino per sostenere l’iniziativa “Mezzogiorno contro Putin”, promossa dal marito prima della sua morte. Immagini sui social la mostrano rilassata e sorridente, con un mazzo di fiori in mano, mentre viene accolta con applausi e abbracci.

Ma nelle elezioni ha fatto irruzione anche la guerra in Ucraina. Secondo fonti di Mosca, un attacco con un drone ucraino ha colpito un seggio elettorale per le elezioni presidenziali russe nella parte della regione ucraina di Zaporizhzhia occupata.

Lo riporta la TASS, citando un politico filo-russo locale. L’attacco è avvenuto nella cittadina di Kamenka-Dneprovskaya, vicino alla linea del fronte, e ha provocato un incendio nell’edificio della Casa della Cultura locale che ospitava il seggio. Non ci sono state vittime, ma il Ministero russo per le emergenze ha dichiarato che non è stato possibile intervenire per spegnere le fiamme a causa della continua minaccia degli attacchi nemici.

Nella Moldavia, due bottiglie molotov sono state lanciate contro l’ambasciata russa a Chisinau, mentre si svolgevano le operazioni di voto per le elezioni presidenziali. Il portavoce della missione diplomatica, Anatoly Loshakov, ha confermato che l’aggressore è stato arrestato dalle forze dell’ordine.

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