Questa decisione, approvata con quattro voti a favore e tre contrari, ha rappresentato una svolta sorprendente e una sconfitta per il movimento #MeToo, che aveva visto in questo caso uno dei suoi momenti chiave
La Corte d’appello di New York ha ribaltato la condanna del 2020 contro l’ex produttore di Hollywood Harvey Weinstein per abusi sessuali, ordinando un nuovo processo. Questa decisione, approvata con quattro voti a favore e tre contrari, ha rappresentato una svolta sorprendente e una sconfitta per il movimento #MeToo, che aveva visto in questo caso uno dei suoi momenti chiave.
È interessante notare che il documento della maggioranza è stato firmato da una donna, la giudice Jenny Rivera, 63 anni, di New York, democratica e seconda ispanica a essere nominata nell’Alta Corte. La Corte ha stabilito che il processo precedente si basava su un errore “oltraggioso” di procedura giudiziaria: i procuratori avevano chiamato a testimoniare quattro donne che avevano accusato Weinstein di averle violentate, ma le loro storie non facevano parte delle accuse specifiche nei confronti del produttore.
Questo ha portato Weinstein a doversi difendere da accuse che non erano state formalmente contestate. La giudice Rivera, a nome della maggioranza, ha criticato questa pratica definendola un abuso della discrezione giudiziaria, sottolineando che non era corretto permettere che testimonianze non pertinenti gettassero discredito su un imputato senza fornire prove specifiche sui reati contestati.
L’avvocato di Weinstein, Arthur Aidala, ha espresso soddisfazione per la decisione della Corte d’appello, definendola una vittoria non solo per il suo cliente ma per tutti gli imputati in casi penali nello Stato di New York. Si prevede che Donald Trump, attualmente imputato a New York, userà questa sentenza per alimentare le sue critiche contro i metodi della procura.
Al momento non è chiaro come questa decisione influenzerà la situazione di Weinstein, attualmente detenuto nel carcere di Rome, New York. Tuttavia, i suoi legali potrebbero utilizzare questa sentenza per contestare anche la sua condanna in California, dove è stato condannato ad altri 16 anni di carcere per stupro.
Weinstein è stato accusato di comportamenti inappropriati, abusi e violenze da più di cento donne, diventando così un simbolo della lotta contro il sessismo e il comportamento predatorio nell’industria cinematografica. Ora spetta al procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, decidere se avviare un nuovo procedimento giudiziario. In ogni caso, il caso Weinstein è destinato a tornare alla ribalta, con un sequel ancora tutto da scrivere.
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