Winter Open Studios 2023: Uno spaccato di vita degli artisti in residenza all’American Academy

In occasione del Winter Open Studios 2023 abbiamo potuto vivere e scoprire i lavori e le esperienze dei residenti dell’American Academy in Rome. Un’iniziativa che permette di entrare nella vita dell’Accademia e di confrontarsi con i borsisti residenti, ospiti dallo scorso autunno, e che ora chiudono il cerchio. Non solo un’occasione per scoprire le ricerche dei singoli artisti, ma anche per comprendere il progetto della residenza e i suoi elementi caratteristici, come ci ha raccontato durante l’opening del 26 gennaio Lindsay Harris, direttrice artistica dell’Accademia.

La serata performativa ha messo in luce alcuni aspetti importanti, primo fra tutti l’importanza della contaminazione tra diverse discipline. Durante i mesi trascorsi dai residenti presso l’Accademia, la direzione artistica li ha accompagnati e dolcemente spinti verso la scoperta di persone con trascorsi, esperienze e percorsi diversi. L’invito a confrontarsi è offerto nell’ottica di imparare a porsi in una prospettiva nuova rispetto ai temi affrontati durante le proprie ricerche, spesso inserite in contesti specialistici e poco aperti a nuove prospettive. La quotidianità della vita in residenza è cadenzata da talk settimanali, organizzati per far collaborare, due alla volta, i borsisti; da cene collettive, pranzi comuni e viaggi di gruppo, tutto è costruito nella speranza che ogni momento della residenza possa diventare il presupposto per una crescita profonda. Il Winter Open Studio è l’ultima sfida lanciata ai residenti a cui viene chiesto di dare forma alle loro ricerche, creando un’esperienza immersiva e comunicativa per il pubblico in visita. Un obiettivo pienamente raggiunto, come ci hanno confermato gli artisti che abbiamo avuto modo di incontrare.

Monica Rhodes, esperta di conservazione storica e culturale, ha trovato nuovi mezzi per affrontare la materia di sua competenza. Il lavoro presentato è un breve film dedicato a Matera, città che ha rapito il suo interesse, al suo patrimonio culturale e al lavoro di chi cerca di salvaguardare l’identità del luogo. «Tutto nel mio lavoro sottolinea l’importanza dell’esperienza in Accademia. Infatti, non avrei scoperto Matera se non avessi avuto l’occasione di vivere qua, non avrei pensato di creare un film se non per dare forma a una ricerca che è solita essere teorica e non avrei imparato il processo di film making se non grazie alla collaborazione con l’American University, partner dell’American Accademy».

A questo proposito, il compositore Marco Momi, italian fellow, ci ha raccontato del ruolo dei residenti italiani, in grado di creare «interazioni diagonali e connessioni con gli altri, in ogni tipo di contesto, specialmente in quello artistico». Ci ha ricordato, inoltre, che l’Accademia accompagna e spinge al confronto lasciando gli artisti liberi di scoprire e sperimentare nuove collaborazioni e forme espressive. Il lavoro del compositore è uno scambio muto e confidenziale che avviene attraverso la chitarra. La première italiana del brano è stata eseguita dal vivo dal musicista Francesco Palmieri, grazie alla collaborazione con le edizioni Ricordi. Il lavoro indaga le connessioni tra le persone, i rapporti umani e tocca le corde più profonde della nostra sensibilità. Per Momi la residenza all’accademia americana è stata «come uno specchio per vedere sé stessi e il proprio lavoro da differenti prospettive».

L’importanza e la difficoltà di restituire un complesso lavoro di ricerca, spesso ancora in stato embrionale, a un vasto pubblico è stato un altro dei temi indagati nei Winter Open Studios. L’esperienza di Alessandro Mulazzani, paesaggista e consulente ambientale, sembra essere particolarmente rilevante. Il suo studio è relativo al paesaggio, inteso come tutto ciò che viene percepito nello spazio, del litorale romano. «La questione è affrontata con un approccio transdisciplinare, scoperto a partire da un percorso di 70 chilometri a piedi. La restituzione di questa performance/progetto avviene attraverso le fotografie». Un lavoro svolto in collaborazione con la sociologa Manuela Ferrari, la quale ha assistito il borsista nel trovare le parole corrette per presentare sotto forma di esposizione un complesso lavoro di ricerca. Lo studio sarà sviluppato con l’obiettivo di pubblicare uno lavoro che comunichi, con unità e interezza, lo stato del litorale romano, mostrando la sua necessità di restare libero, seppur curato, non ostacolato da interventi che rischiano di inscatolare la natura.

Il lavoro di Genuardi/Ruta, invece, si concentra sullo studio e la sperimentazione dei colori, che hanno potenzialità infinte e sempre diverse in base ai materiali e ai supporti utilizzati. Rimandando a una tradizione artistica che stimola la nostra iconosfera e ci riporta a un’atmosfera quasi barocca, le opere rievocano quella pittura che esce dalla tela, che occupa lo spazio, diventando a sua volta quadro, alterato da forme geometriche e colorate che gli artisti hanno creato coinvolgendo e toccando lo spettatore. La vita della residenza all’Accademia Americana è un progetto complesso, portato avanti in ogni momento della sua durata. I Winter Open Studios sono stati un’occasione per scoprire una realtà che è spesso poco conosciuta, ma ciò che si vive grazie a questo evento pubblico non è che una manifestazione di un percorso ben più ampio, che accresce ogni creatore, artista e studioso fornendogli nuovi strumenti per approfondire i propri studi.