Coni: “Caro maestro”, un omaggio nel salone d’onore, a Giorgio Tosatti, il migliore

Alla presenza del gotha dello sport italiano presentato un libro scritto dai colleghi ed allievi del compianto giornalista che oggi avrebbe compiuto 85 anni

di Guido Talarico

Giorgio Tosatti è stato il miglior giornalista sportivo della sua epoca. Questo giudizio non è viziato dall’amicizia o dall’affetto che mi legavano a lui, ma è frutto di constatazioni documentabili. È stato il migliore perché, dati alla mano, ha primeggiato in tutti i settori in cui ha svolto la sua attività professionale. Come commentatore sportivo, a “Pressing” come alla “Domenica sportiva”, il suo punto sulla giornata calcistica faceva registrare sempre i picchi di ascolto. Lui parlava e tutti stavano in silenzio. Quello che diceva faceva tendenza, orientava i commenti di colleghi e spettatori. Era oggettivo, documentato, autorevole, assertivo, pungente. Qualità che fecero di lui la prima temutissima firma sportiva de “Il Giornale”, poi, più a lungo, del “Corriere della Sera”. Il suo modo di parlare o di scrivere ha fatto epoca. Tosatti per primo ha usato logica e statistica per spiegare gli esiti imprevedibili delle attività sportive. Il suo italiano era asciutto, chiaro, brillante quello che solo le grandissime firme, gente come Montanelli, Biagi o Scalfari, hanno saputo usare. Commentatore televisivo ed editorialista eccelso ma anche grandissimo direttore. Insomma una completezza professionale che nessun altro giornalista ha mai raggiunto e che fa di lui appunto il migliore.

Come direttore del Corriere dello Sport-Stadio quasi raddoppiò il numero di copie vendute della sua testata, raggiungendo quello storico record di vendite, quasi 1.700.000 copie, stabilito il giorno della vittoria del mondiale di Spagna, quello di Paolo Rossi e Marco Tardelli, grazie ad un titolo che ha segnato un’epoca e il cuore degli italiani: “Eroici!”. L’incipit dell’editoriale di Giorgio di quel giornale memorabile continua ad emozionare: “Alza quella coppa Dino, alzala perché il mondo la veda!”

Tosatti fu un direttore straordinario perché portò milioni di copie al suo editore, modernizzando e facendo diventare nazionale una testata regionale, ma anche perché diede vita ad una delle più fertili scuole di giornalismo sportivo che l’Italia abbia mai avuto. Sotto la guida di un direttore le cui urla si sentivano da Piazza Indipendenza si è formata una ricca genia di giornalisti. Professionisti che hanno fatto la fortuna dello stesso Corriere ma anche di numerose altre testate. Anche questa è una prova della grandezza di Tosatti.

Ed è proprio a questa sua squadra, composta da gente come Luigi Ferrajolo, Antonio Corbo, Enrico Maida, che, insieme alla moglie Ivana e ai figli Daniele e Bruno, è venuta l’idea di dare alle stampe un volume intitolato “Caro Maestro”, una raccolta di articoli in cui i suoi allievi raccontano vent’anni di lavoro divenuti vent’anni di lezioni di giornalismo irripetibili. Il libro, edito da Geo Edizioni, è stato presentato nel Salone d’Onore del Coni, alla presenza del gotha dello sport italiano. Giovanni Malagò, Franco Carraro, Gianni Petrucci, Gabriele Gravina insieme agli allievi di Tosatti hanno testimoniano la loro stima e la loro amicizia rendendo pubblico omaggio ad un giornalista che a 15 anni dalla sua morte rimane indimenticabile.

Ma c’è dell’altro ed è una parte che mi riguarda. Giorgio è stato il migliore anche perché il suo raggio di azione andava oltre lo sport. E questa è una parte meno nota della sua vicenda professionale. Pochi ricordano che Giorgio fu anche consulente di comunicazione molto attivo ed efficace. Per Telecom intentò che “La serie A TIM”, titolo e sponsorship ancora attivi. Con lui, e sempre per TIM, creammo il primo dizionario degli “emoticons” che poi fu distribuito in milioni di copie nei punti vendita dell’operatore. Lavorammo insieme a molti progetti ed io ebbi la fortuna di trovarmelo accanto in tante mie iniziative editoriali, dai giornali locali che facemmo negli anni 2000 ad Inside Art, che strutturammo seguendo i suoi preziosi suggerimenti e che è tuttora frutto di quella progettualità.

Giorgio è stato il migliore perché a tutte queste doti ha sempre abbinato un’umanità e un senso dell’amicizia fuori dal comune. In me, come credo nella maggior parte delle persone che sono venute nel Salone d’Onore del Coni a rendergli omaggio, rimane un fortissimo senso di gratitudine nei confronti di quello che è stato il migliore anche come allenatore di uomini. Oggi ne avresti fatti 85. Buon compleanno Giorgio.

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