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Covid, il personale sanitario italiano candidato al Premio Nobel per la Pace 2021

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di Corinna Pindaro

Il personale sanitario italiano è ufficialmente candidato al Premio Nobel per la Pace del 2021, per l’impegno e la lotta alla pandemia covid-19. Mai nellasanitari-candidati-nobel-per-la-pace storia dell’ambito premio un’intera categoria di sanitari di una Nazione ha ricevuto una tale menzione.

La motivazione della candidatura si coglie in una nota divulgata dal Comitato per il Premio Nobel in cui si legge: “Il personale sanitario italiano è stato il primo  nel mondo occidentale a dover fronteggiare  una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra combattendo in trincea per salvare le vite e spesso perdendo la loro”.

Il Ministro della Salute Roberto Speranza, con orgoglio e fierezza spiega le ragioni della candidatura: “Sono donne e uomini del nostro servizio sanitario nazionale, non mi è mai piaciuto usare la parola eroi. Sono persone che hanno fatto il loro lavoro dalla mattina alla sera senza risparmiarsi mai e continuano a farlo. Tutti, in questo anno così complicato, hanno capito quanto sia importante avere un servizio sanitario all’ altezza”

“Medici, infermieri, farmacisti, psicologi, fisioterapisti, biologi, tecnici, operatori civili e militari tutti, che hanno affrontato in situazioni spesso drammatiche e proibitive l’emergenza Covid-19 con straordinaria abnegazione, molti dei quali sacrificando la propria vita per preservare quella degli altri e per contenere la diffusione della pandemia”, così la Fondazione Gorbachev di Piacenza che ha inoltrato la proposta di candidatura con l’auspicio di veder riconosciuti gli immensi sforzi fatti nell’ultimo anno da un’intera categoria, troppo spesso data per scontata e sottovalutata. A oggi, i membri del personale sanitario deceduti per Covid sono 420, di cui 340 medici e 80 infermieri.

La candidatura per il Premio Nobel per la pace è  sottoscritta e avallata anche da Lisa Clark, 71enne statunitense Premio Nobel per la pace che, in prima linea, durante l’emergenza sanitaria in Toscana non ha esitato a lavorare in prima linea guidando le ambulanze della Croce Rossa di Bagno a Ripoli.  “L’abnegazione del corpo sanitario italiano- spiega Lisa Clark-è stata commovente. Qualcosa di simile ad un libro delle favole, da decenni non si vedeva niente del genere  Il personale sanitario non ha più pensato a sé stesso ma a cosa poteva fare per gli altri con le proprie competenze”.