Israele, confusione sulla pausa tattica per gli aiuti umanitari nel sud di Gaza

La confusione è aumentata con la reazione dell’ufficio del Primo Ministro Netanyahu, che ha dichiarato che il Primo Ministro, appresa la notizia della pausa umanitaria di 11 ore giornaliere, l’ha trovata inaccettabile

BENJAMIN NETANYAHU PREMIER

Il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant non era informato della decisione dell’IDF di attuare una pausa umanitaria quotidiana nei combattimenti vicino al corridoio umanitario di Gaza. Secondo fonti vicine al ministro, l’esercito aveva deciso di sospendere temporaneamente le operazioni militari nella Striscia di Gaza per consentire la consegna di aiuti umanitari. La notizia, riportata dal quotidiano Haaretz, ha generato confusione a Tel Aviv, con la comunicazione ufficiale che indicava una pausa dalle 8:00 alle 19:00 ogni giorno, fino a nuovo avviso, per permettere agli aiuti di raggiungere il valico di Kerem Shalom, controllato da Israele. Questa decisione è arrivata dopo che la proposta di cessate il fuoco del presidente USA Joe Biden non ha ottenuto il consenso necessario.

Divergenze tra IDF e Netanyahu

La confusione è aumentata con la reazione dell’ufficio del Primo Ministro Netanyahu, che ha dichiarato che il Primo Ministro, appresa la notizia della pausa umanitaria di 11 ore giornaliere, l’ha trovata inaccettabile. Secondo Haaretz, dopo ulteriori chiarimenti, è stato confermato che non vi è alcun cambiamento nella politica dell’IDF e che i combattimenti a Rafah continueranno come previsto. L’IDF ha risposto alle critiche del governo, affermando che la decisione di sospendere i combattimenti è di natura militare e sotto la giurisdizione del Comando Sud. Inoltre, l’IDF ha sottolineato che il Primo Ministro aveva recentemente ordinato ai capi della sicurezza di aumentare significativamente gli aiuti umanitari e garantire un accesso più sicuro agli operatori umanitari, in seguito all’udienza della Corte Internazionale di Giustizia riguardante gli incidenti in cui gli operatori umanitari erano stati colpiti dal fuoco dell’IDF.

Reazione internazionale

Il Ministro degli Esteri iraniano ad interim, Ali Bagheri, ha sollecitato i paesi islamici a usare tutti i mezzi disponibili per fermare quello che ha definito il genocidio sionista a Gaza e a sostenere il popolo oppresso nell’enclave. In una conversazione telefonica con il suo omologo degli Emirati Arabi, Sheikh Abdullah bin Zayed Al Nahyan, Bagheri ha sottolineato l’urgenza di inviare aiuti umanitari e adottare misure efficaci per fermare gli attacchi dell’IDF.

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