La Corte suprema iraniana annulla la condanna a morte per il repper rapper Toomaj Salehi

Nei testi delle sue canzoni, Salehi denunciava le violazioni dei diritti umani e criticava apertamente gli ayatollah, reati per i quali è stato accusato di “corruzione sulla terra”, punibile con la pena di morte secondo la legge islamica in Iran

La Corte Suprema iraniana ha annullato la condanna a morte del rapper Toomaj Salehi, ordinando un nuovo processo. La notizia, diffusa poco prima delle elezioni presidenziali del 28 giugno, ha suscitato grande attenzione sui social media, dove Salehi è molto popolare. Conosciuto come “la voce dell’Iran” dai suoi sostenitori, Salehi ha sostenuto le recenti proteste antigovernative, in particolare quelle seguite alla morte di Mahsa Amini nel settembre 2022.

Amini, una studentessa curdo-iraniana di 22 anni, è morta mentre era in custodia della polizia morale per presunta violazione delle leggi sul velo obbligatorio. Nei testi delle sue canzoni, Salehi denunciava le violazioni dei diritti umani e criticava apertamente gli ayatollah, reati per i quali è stato accusato di “corruzione sulla terra”, punibile con la pena di morte secondo la legge islamica in Iran. La condanna includeva anche sei anni e tre mesi di reclusione.

L’avvocato di Salehi, Amir Raisian, ha annunciato su X che la condanna a morte è stata annullata, sottolineando che la detenzione continua del rapper non ha base legale e chiedendo il suo rilascio immediato. Il caso di Salehi ha attirato ulteriore attenzione in vista delle nuove elezioni presidenziali, che seguono la tragica morte dell’ex presidente conservatore Ebrahim Raisi.

Nel frattempo, la situazione è meno favorevole per l’attivista iraniana e Premio Nobel per la pace Narges Mohammadi, a cui è stata recentemente aggiunta un’ulteriore pena detentiva di un anno ai 16 già comminati.

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