L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia conclude la stagione sinfonica. Daniel Harding dirigerà gli ultimi concerti

di Carla Macrì

Si avvia verso la chiusura la stagione sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, questa settimana il direttore d’orchestra Daniel Harding concluderà la stagione con due brani ammalianti: il Concerto per pianoforte del norvegese Edvard Grieg e Una vita d’eroe di Richard Strauss. Il primo brano composto nel 1868 si sviluppa in tre movimenti, il primo dei quali riprende il ritmo musicale dell’”Halling”, danza popolare norvegese tipica delle aree rurali, a cui seguirà un tema lirico introdotto dall’orchestra e successivamente ripreso dal pianoforte. Nel terzo tema conclusivo verrà ripreso lo spirito folcloristico e colorato dell’“Halling” arricchito da una vivace partecipazione dell’orchestra. Sarà il pianista britannico Paul Lewis, ex compagno di liceo del direttore Harding, ad eseguire come solista il brano realizzato dal più celebre compositore norvegese.

Per quanto riguarda la seconda composizione, Una vita d’eroe tradotto dal tedesco Ein Heldenleben, Richard Strauss ha elaborato una trionfante opera retta da una dimensione di autoironia in cui l’anonimo eroe, probabilmente Strauss stesso, affronta attraverso un susseguirsi di ricordi, diverse fasi della propria vita che variano dalle battaglie, alle amicizie, sino al periodo antecedente alla morte. Si tratta di una composizione ricca di riferimenti musicali ai precedenti brani scritti da Strauss quali Don Juan e Don Quixote. Il brano, terminato nel dicembre del 1898 ed eseguito a Francoforte l’anno successivo, è stato descritto dal musicologo nonché amico e ammiratore di Strauss Romain Rolland nei seguenti termini: “Opera straordinaria, inebriata d’eroismo, colossale, barocca, triviale, sublime. Un eroe omerico vi si dibatte in mezzo ai sogghigni della folla stupida… Nessun dubbio che il pensiero di Beethoven abbia spesso ispirato, stimolato, guidato quello di Strauss. Ma l’eroe di Strauss è ben diverso da quello di Beethoven…”.

Daniel Harding, nato ad Oxford e ricordato dagli amanti della musica sinfonica e dal mondo accademico come il fanciullo prodigio, assistente a soli diciannove anni del direttore d’Orchestra Simon Rattle, ha mosso i primi passi della sua carriera di direttore al fianco di Claudio Abbado ai Berliner Philharmoniker, debuttando con l’orchestra berlinese a ventuno anni. Attratto dalla complessità e dalla mole di lavoro tecnico e artistico richiesta dalla musica classica, è stato Direttore musicale dell’Orchestre de Paris e Principale Direttore ospite della London Symphony Orchestra, attualmente è Direttore musicale della Swedish Radio Symphony Orchestra e Conductor Laureate della Mahler Chamber Orchestra. Approdato sul palco di Santa Cecilia venti anni fa, ha mantenuto negli anni un rapporto di amicizia e di stima con l’orchestra e il coro dell’accademia, che dirigerà questa settimana durante le serate di giovedì venerdì e sabato.

 

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