Libia, sciopero all’impianto di Mellitah: interrotto il flusso di 200milioni di metri cubi di gas al giorno

Il blocco riguarda il 20% della produzione totale dell’impianto, compromette gravemente  l’esportazione del gas libico all’Italia attraverso il gasdotto Greenstream

di Corinna Pindaro

Proteste dei lavoratori hanno portato al blocco degli impianti del complesso petrolifero libico di Mellitah. La ragione dello sciopero è l’inadempienza alle promesse di incremento stipendiale e incremento delle condizioni di welfare da parte dell’ente petrolifero statale della Libia, la National Oil Corporation (Noc).

Il blocco ha causato l’interruzione del flusso di 200 milioni di metri cubi di gas al giorno, una quantità che rappresenta circa il 20% della produzione totale di Mellitah. Secondo un dichiarante dei protestatari, l’accesso al complesso produttivo e ad alcuni campi è stato chiuso.

Il complesso di Mellitah è un componente fondamentale per l’esportazione del gas libico verso l’Italia attraverso il gasdotto Greenstream. I dipendenti che gestiscono la sicurezza dell’impianto, oltre all’aumento salariale, chiedono un equo trattamento simile a quello dei dipendenti della Noc. Essi lamentano di essere stati trasferiti da un’agenzia di sicurezza ad un’altra senza il dovuto riconoscimento dei loro diritti.

In passato, il complesso di Mellitah è già stato al centro di minacce di chiusura rivolte da vari fronti, l’ultima delle quali risale al mese di gennaio. Il blocco attuale solleva ulteriori preoccupazioni sulla stabilità della produzione e fornitura di gas.

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