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Morta Lina Wertmuller, pioniera della regia femminile

di Carlo Longo

All’età di 93 anni Lina Wertmuller ci ha lasciati. Indimenticabile regista di film intramontabili come “Pasqualino Settebellezze” o “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” è stata la prima donna candidata come regista agli Oscar nel 1977.  Vera e propria pioniera della regia femminile è stata fonte di ispirazione per moltissime registe nel mondo arrivate sul set dopo di lei tra cui Jane Campion e Isabella Rossellini.

Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich, vero nome della regista, aveva origini aristocratiche e svizzere, sposata con lo scenografo Enrico Job con cui ha adottato una figlia, Maria Zulima. Nonostante le sue origini ben poco avessero a che fare con il mondo dello spettacolo, l’intramontabile regista già a diciassette anni conosce le sue aspirazioni e si iscrive all’Accademia teatrale di Piero Sharoff e per un periodo è anche regista e animatrice del teatro dei burattini di Maria Signorelli. La vera strada, quella del cinema, arriva solo dopo un periodo in teatro e poi in televisione in cui vanta successi come la regia di “Canzonissima” e “Il giornalino di Gian Burrasca” con Rita Pavone nei panni del monello ragazzino.

Nella sua carriera è stata aiuto regia di Federico Fellini, mentre il suo primo film da regista è datato 1963: “I basilischi”. Dopo l’esordio cinematografico inizia per la Wertmuller una serie di film di successo caratterizzata dalla presenza come protagonista di Giancarlo Giannini tra cui si ricordano in ordine cronologico: “Mimì metallurgico ferito nell’onore” nel 1972, “Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” nel 1973, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto ” nel 1974, “Pasqualino Settebellezze” nel 1976, “La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia” nel 1978 e nello stesso anno “Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici “.

Lina Wertmuller è stata amica e collega di grandi nomi del cinema italiano tra cui Sophia Loren, con cui ha condiviso la gioia dell’Oscar nel 2019, e Paolo Villaaggio, con cui ha girato il famosissimo ” Io speriamo che me la cavo” dal romanzo-verità di Marcello D’Orta.

Oltre che apprezzata regista, Lina Wertmuller è stata anche sceneggiatrice per altri registi come Sergio Sollima in “Città violenta”, Franco Zeffirelli in “Fratello Sole, sorella Luna”, Enrico Maria Salerno in “Nessuno deve sapere”. Ha, inoltre, dato vita attraverso la sua regia o la sua sceneggiatura ad importanti rappresentazioni liriche come la “Carmen” al San Carlo di Napoli e la “Bohème” andata in scena all’Opera di Atene. Nel suo curriculum anche esperienze di doppiaggio come nel film disney “Mulan” o da attrice come nel film “Benvenuto Presidente” di Riccardo Milani.

Già da questi pochi cenni è possibile comprendere come Lina Wertmuller abbia lasciato un segno indelebile nella storia della cultura italiana, cinematografica e non solo. La camera ardente sarà allestita al Campidoglio e i funerali si svolgeranno l’11 dicembre alle 11, 30 alla Chiesa degli Artisti a Roma.

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