Studi legali: al via la certificazione di qualità per avvocati e commercialisti

Uno strumento per migliorare le performance delle attività professionali e costituisce il primo insieme di regole finalizzato al miglioramento dell’organizzazione e della gestione degli studi legali e commercialisti, formalizzato in Europa e, potenzialmente, a livello mondiale

di Corinna Pindaro

A partire da settembre, l’implementazione della certificazione di qualità per gli studi legali e i commercialisti basata sulla norma UNI 11871 diventerà una realtà. Questo rappresenta un significativo strumento per migliorare le performance delle attività professionali e costituisce il primo insieme di regole finalizzato al miglioramento dell’organizzazione e della gestione degli studi legali e commercialisti, formalizzato in Europa e, potenzialmente, a livello mondiale.

Tali aspetti sono stati sottolineati durante una conferenza stampa tenutasi  presso la Cassa Forense. Gli intervenuti includevano Giuseppe Rossi, presidente di UNI (Ente Nazionale di Normazione), Fulvio Pastore Alinante, vicepresidente di ASLA (Associazione Studi Legali Associati), Claudio Acampora, Coordinatore della Commissione Organizzazione Studi Professionali della Cassa Forense, e Stefano Sibilio, vicedirettore generale di UNI.

È stato affermato che a settembre gli enti di certificazione, accreditati da Accredia, saranno pronti e le prime certificazioni per gli studi legali saranno avviate. Durante la conferenza stampa, sono stati spiegati anche i passaggi che gli avvocati dovranno seguire per ottenere la certificazione per il proprio studio, dimostrando la conformità ai requisiti della norma UNI 11871.

Tra questi requisiti figurano l’aggiornamento costante di tutto il personale dello studio, l’applicazione dei principi di equità e valorizzazione delle diversità (conosciuti come diversity & inclusion), la dotazione adeguata di strumenti di lavoro, il trattamento appropriato dei praticanti con formazione e compensi congrui, l’assenza di lavoro irregolare, l’elaborazione di documenti relativi alla sicurezza e alla salute, l’adozione di una politica di comunicazione efficace con i clienti e la valutazione della loro soddisfazione, e il rispetto della sostenibilità ambientale e lavorativa. È stato inoltre annunciato un bando della Cassa Forense del valore di 1 milione di euro, che coprirà metà dei costi della certificazione fino a un massimo di 5.000 euro. Questo è un contributo significativo, considerando che i costi per la certificazione dovrebbero aggirarsi attorno a qualche migliaio di euro per studi di piccole e medie dimensioni.

Successivamente alla conferenza stampa, è stato organizzato un convegno presso la Cassa Forense per approfondire l’applicazione della norma UNI 11871 e l’avvio delle procedure di certificazione.

In questo contesto, UNI ha reso disponibile una prassi di riferimento con linee guida operative per gli studi legali (e commercialisti) per ottenere la certificazione, denominata UNI/PdR 146:2023, scaricabile gratuitamente dal sito di UNI. Il convegno ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti del mondo legale.

Tra di loro, Mario Scialla, coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense (OCF), ha sottolineato che “la certificazione è un tassello per il futuro della professione e sarà utile anche per ridurre gli errori professionali e migliorare l’immagine della professione legale agli occhi dei clienti, garantendo serietà e affidabilità”.

Valter Militi, presidente della Cassa Forense, ha evidenziato che “con il bando si intende supportare coloro che vogliono affrontare la professione in modo strutturato”. Infine, Giovanni Lega, presidente di ASLA, ha sottolineato che “per creare valore è essenziale avere strutture ben organizzate”.

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