di Corinna Pindaro
Mentre i russi stanno ormai concentrando la loro offensiva nel Donbass e a Mariupol, dove ormai la città è quasi completamente rasa al suolo, il leader del Cremlino Vladimir Putin è tornato a parlare non risparmiando attacchi alle democrazie occidentali. Il “rifiuto di alcuni Paesi occidentali a cooperare normalmente” con la Russia, “incluso nella sfera energetica, ha già colpito gli europei e gli Usa”, ha detto il presidente russo sottolineando che ora “l’inflazione aumenta mentre “la Russia può aumentare i i consumi interni di petrolio, gas e carbone, aumentare la raffinazione e trovare mercati esteri alternativi per le sue risorse”. Nel dettaglio i piani di Putin per evitare il declino dell’economia russa, colpita dalle sanzioni occidentali, si concentrano sull’incrementare lo sviluppo delle imprese russe nell’Artico.
“C’è il compito urgente per tutti i ministeri di riorganizzare il proprio lavoro per garantire il funzionamento delle imprese nell’Artico, la fornitura di medicinali, alimenti, carburante, riscaldamento. E’ necessario che tutto questo si svolga senza interruzioni, e che i prezzi nelle città rimangano stabili necessario garantire l’uscita delle navi dai porti e i trasporti, con la possibilità di prevedere un gestore unico nel Nord per i trasporti”, ha sottolineato Putin che ha poi aggiunto, “Tenendo conto delle varie restrizioni e pressioni dovute alle sanzioni, dobbiamo prestare particolare attenzione a tutti i progetti e piani relativi all’Artico. Non rimandarli, non spostarli”. Pertanto, nell’ottica di Putin, al fine di contrastare l’impatto delle sanzioni occorre che siano posti in essere nuovi progetti, principalmente in ambito sociale. “Centinaia di nostri cittadini vivono e lavorano nei territori artici e praticamente tutte le aree della sicurezza nazionale del nostro Paese sono concentrate” lì, ha evidenziato Putin.
A fornire una versione circa la delicata situazione negoziale è intervenuta la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova affermando che l’Ucraina dovrebbe ammettere che “non intende negoziare”. Secondo Zakharova la trattativa si trova in fase “in stallo” a causa dei Paesi occidentali che spingono l’Ucraina a non cercare un’intesa. “L’Occidente non vuole tornare a una normalizzazione, al contrario, fanno l’opposto”, ha proseguito la portavoce, puntando il dito sul “torrente di narrazione insensata” e “russofobica” che giunge dai media occidentali. La portavoce del ministero degli Esteri ha ribadito l’origine fake delle immagini che ritraggono i corpi di civili morti a Bucha, secondo Maria Zakharova si tratterebbe di una messinscena delle forze ucraine perché altrimenti non si comprende il motivo per cui i cadaveri siano rimasti per giorni senza sepoltura, ed è tornata ad attribuire a Kiev la strage compiuta dal missile caduto sulla stazione ferroviaria di Kramatorsk. Non solo, la portavoce ha incalzato affermando che l’Ucraina sta preparando “nuove provocazioni nei villaggii di Seredina-Buda, Nizhnyaya Syrovatka, nella regione di Sumy, dove in precedenza erano di stanza truppe russe. Esortiamo l’Occidente a non soccombere a queste e altre provocazioni”.
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un video messaggio al Parlamento estone, ha esortato oggi l’Europa a intraprendere più azioni contro la Russia, avvertendo: “Possiamo fermare la Russia o perdere l’intera Europa orientale”. “Se l’Europa perde tempo, la Russia se ne servirà per espandere la zona di guerra ad altri Paesi”.
Sul fronte internazionale e diplomatico colpisce la dichiarazione del presidente Usa Joe Biden che ha nuovamente attaccato Putin a muso duro, ritendendolo responsabile di cercare un genocidio: “Vuole cancellare gli ucraini”, ha detto Biden aggiungendo, “Lasceremo agli avvocati decidere come qualificarlo a livello internazionale, ma di sicuro è quello che sembra a me”. Ovviamente le parole del presidente Usa hanno suscitato l’approvazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha affermato “Sono parole vere da un vero leader” mentre Macron frena. Il candidato alla presidenza francese, che il 24 aprile sfiderà al ballottaggio Marine Le Pen, ha deciso di scegliere una posizione più prudente: “Starei attento con le parole. Non sono sicuro che l’escalation di parole sia utile. La Russia ha scatenato unilateralmente una guerra molto brutale. E’ accertato che l’esercito russo ha commesso crimini di guerra. Ora dobbiamo trovare i responsabili e andare davanti alla giustizia, ed è quello che stiamo facendo in collaborazione con gli ucraini”, ha affermato Macron ha precisato che sarà “prudente con le parole” e che la Francia continuerà a “cercare di fermare questa guerra e costruire la pace”. “Per questo”, ha aggiunto, “non penso che un’escalation di parole sia utile. Quello che possiamo dire è che la situazione è inaccettabile e che ci sono crimini di guerra”.
Nel frattempo, nonostante sia stato rinnovato l’avvertimento che secondo cui la Russia considererà i veicoli statunitensi e Nato che trasportano armi sul territorio ucraino come “bersagli militari legittimi” nel nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, che l’amministrazione Biden si appresta ad annunciare, ci saranno anche sistemi di artiglieria pesante da terra come gli obici, armi che possono colpire fino a 70 km di distanza. Inoltre Janet Yellen, segretaria al Tesoro americano, ha messo in guardia la Cina sulla sua politica nei confronti della Russia affermando: “L’atteggiamento del mondo verso la Cina e la sua volontà di abbracciare un’ulteriore integrazione economica potrebbe risentire della reazione di Pechino alla richiesta di un’azione decisa sulla Russia”.
Ha incrementato, poi, le sanzioni il governo britannico di Boris Johnson estendendole ad altri 206 soggetti fra individui e imprese. Nella nuova lista sono inclusi fra gli altri Viktor Medvedchuk – oppositore del presidente Volodymyr Zelensky e desponente ucraino filo-russo catturato nelle scorse ore dalle forze di Kiev in vista d’uno scambio di prigionieri con Mosca -e l’oligarca Vagit Alekperov, boss del colosso petroli feroprivato russo Lukoil.
A spiegare la posizione dell’Italia è intervenuto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha dichiarato: “Da parte dell’Italia non c’è nessun tipo di veto su nuove sanzioni. Siamo attivi sin dal primo giorno di questa guerra per diversificare le nostre fonti energetiche. Io sono stato in Algeria, in Mozambico, in Congo, in Angola, in Qatar e in Azerbaigian: abbiamo costruito nuove partnership energetiche. Con il Presidente del Consiglio Mario Draghi due giorni fa siamo stati in Algeria per firmare un accordo da 9 miliardi di metri cubi in più di gas verso l’Italia. Ci prepariamo a nuovi pacchetti di sanzioni diamo massimo mandato alla Commissione Europea per stabilire quali debbano essere i prossimi passi. Una cosa è certa: mentre avviene questo, l’Europa e l’Italia devono implementare i propri programmi di sicurezza energetica, che passano anche per un tetto massimo al prezzo del gas. Noi potremo anche importare più quantità di gas da altri partner, diversificando e affrancandoci dalla dipendenza dal gas russo, ma il prezzo in questo momento è soggetto a dinamiche speculative. Ed è per questo che abbiamo bisogno di un tetto massimo al prezzo del gas per evitare che a pagare siano principalmente i cittadini europei”.
Al contempo il presidente polacco Andrzej Duda, insieme ai presidenti di Lituania, Lettonia ed Estonia Gitanas Nauseda, Egils Levits e Alar Karis sono in Ucraina e sono attualmente diretti a Kiev.
Giungono, poi, le affermazioni del procuratore capo della Corte Penale Internazionale Karim Khan che ha definito “l’Ucraina una scena del crimine” dopo aver visitato la città di Bucha, teatro di centinaia di uccisioni di civili che l’Ucraina ha attribuito alle forze russe che l’hanno occupata per diverse settimane. “Siamo qui perché abbiamo motivi ragionevoli per credere che vengano commessi crimini all’interno della giurisdizione del tribunale. Dobbiamo dissolvere la nebbia della guerra per arrivare alla verità”, ha detto Karim Khan ai giornalisti.
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