2023 anno di rincari per gli automobilisti: salgono il prezzo del carburante e dei pedaggi

Dal 1 gennaio 2023 è destinato a crescere il prezzo dei carburanti: il governo Meloni non intende infatti rinnovare la misura di riduzione delle accise introdotta dal governo Draghi. Rincari anche per i pedaggi autostradali

di Carlo Longo

Il 2023 si preannuncia un anno di rincari per gli automobilisti. Torna a salire il prezzo dei carburanti, che da nove mesi a questa parte ha beneficiato della riduzione delle accise introdotta dal governo Draghi. Il governo guidato da Giorgia Meloni, infatti, non intende rinnovare lo sconto il che determinerà un aumento dei prezzi già dal 1 gennaio.

Finora, da marzo scorso, sia per la benzina che per il diesel la riduzione dei prezzi è stata di 30,5 centesimi. Con il dl aiuti quater lo sconto è stato prorogato fino al 31 dicembre seppur ridotto a 18, 3 centesimi. A partire dai giorni di Natale, però, si è assistito ad una riduzione dei prezzi,  facendo venire meno l’extragettito che aveva consentito il taglio delle accise. Secondo le ultime rilevazioni il prezzo medio nazionale della benzina è di 1,625 euro al litro, il minimo da giugno 2021. Il diesel costa 1,689 euro al litro, il minimo dal 31 gennaio 2022.

Gli aumenti, comunque, riguarderanno anche i pedaggi autostradali il cui costo è rimasto bloccato dopo il crollo del Ponte Morandi. Così nel 2023 per la prima volta dal 2018 si assisterà a nuovi rincari. Le concessionarie hanno presentato le loro richieste al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che valuterà gli investimenti effettuati. ul tavolo ci sono i Piani economico-finanziari delle diverse società che, come spiegato dall’Aiscat, sono però “attualmente a stadi di approvazione differenti”.

Dal 1 gennaio 2023 le arterie di competenza di Autostrade per l’Italia aumenteranno del 2%, con aggiunta di 1,34% dal 1 luglio. Lo ha fatto sapere una nota divulgata dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, nella quale scrive che si rischiava ” un aumento che sfiorava il 5% che è stato scongiurato” e che nel nostro Paese, gli incrementi sulle tratte interessate è inferiore all’inflazione”. È confermato inoltre lo stop agli aumenti sulle Autostrade A24/A25 Roma-L’Aquila Teramo e Diramazione Torano Pescara.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati