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Claudia Tebaldi, coautrice del report dell’Onu sui cambiamenti climatici “Occorre cambiare in questo momento”

di Giulio Talarico

Claudia Tebaldi, è una scienziata italiana che ha contribuito a redigere il report dell’Onu sull’ormai irreversibile situazione del pianeta e sui cambiamenti climatici. L’allarme inerente il surriscaldamento globale è stato lanciato attraverso il Sesto rapporto di valutazione rilasciato dal gruppo intergovernativo di scienziati del cambiamento climatico (Ipcc) – approvato dai 195 Paesi dell’Onu e poi diffuso – dal titolo “Cambiamenti climatici 2021. Le basi fisico-scientifiche”.

In un’intervista rilasciata ad Open Online la Dottoressa Tebaldi ha analizzato quanto contenuto nel report affermando: “Non credo riusciremo a fare in modo di non raggiungere quel 1,5°C di surriscaldamento ” La soglia è individuata dal report come il limite entro il quale si potrebbero ancora contenere i risvolti devastanti della crisi climatica. Secondo la scienziata ciò imporrebbe “cambiare da questo momento preciso la nostra vita in modo drastico e rivoluzionari”.  Del resto i risvolti sono chiari, ormai la situazione determinata dal cambiamento climatico è irreversibile e continueranno a diffondersi eventi di natura straordinaria e distruttiva come incendi, onde anomale e nubifragi. Tuttavia l’unica speranza di sopravvivenza per il pianeta è  data dalla circostanza che non soltanto le istituzioni ed i governi pongano in essere politiche attive per la salvaguardia del pianeta ma che ogni cittadino faccia tutto quanto è in suo potere per arginare i danni ambientali che inesorabilmente ci stanno travolgendo.

In particolare Claudia Tebaldi evidenzia  che si parla in maniera più incisiva, in tv e sui giornali, di effetto serra e surriscaldamento dagli anni 90, “ma trent’anni fa tutto questo non era ancora prevedibile”. Oggi l’allarme per la salvaguardia del pianeta deve risuonare in maniera forte ed incisiva.  “Vediamo con un record di osservazioni molto esteso che il riscaldamento ha iniziato a farsi sentire; oggi registriamo il segnale più chiaramente, nonostante il fenomeno si sia innescato già dagli anni 70. Fenomeni atmosferici inaspettati,  si verificheranno sempre di più e sempre più a livelli inattesi”.

Manca davvero poco al vertice sul clima, o COP26, di Glasgow. Già rinviato di un anno, causa pandemia, a novembre riunirà — salvo ulteriori emergenze — i capi di Stato e di governo del mondo intero. Se Unione Europea e Stati Uniti hanno già presentato i loro piani per il clima, tanti altri Paesi mancano all’appello. E le posizioni di Cina e India, tra i principali inquinatori oggi al mondo, restano ambigue. “Noi scienziati non ci sbilanciamo politicamente, non possiamo farlo. Ovviamente la speranza è che avendo presentato una realtà così chiara e solida della situazione, chi prenderà le decisioni a Glasgow abbia davanti a sé una panoramica abbastanza chiara dei vari scenari — prosegue Tebaldi — Io dico sempre che anche se i limiti globali, come il tetto di 1,5°, sono difficili da realizzare, qualunque sforzo è meglio di niente”.

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