Def, Franco: “Rischi di crescita al ribasso con blocco gas russo”; Da Berlino aiuti alle imprese per mitigare effetti delle sanzioni alla Russia

di Mario Tosetti

Lo scenario di crescita dell’economia italiana, con una previsione tendenziale per il 2022 al 2,9%, “è caratterizzata da notevoli rischi al ribasso” e l’ipotesi di un blocco completo del gas russo potrebbe portare la crescita 2022 “sotto il 2,3% ereditato dal 2021”, così si legge nell’introduzione al Def del ministro dell’Economia, Daniele Franco. “Sebbene questo rischio sia già parzialmente incorporato negli attuali prezzi del gas e del petrolio è plausibile ipotizzare che un completo blocco del gas russo causerebbe ulteriori aumenti dei prezzi, che influirebbero negativamente sul Pil e spingerebbero ulteriormente al rialzo l’inflazione”, ha scritto il ministro Franco nella premessa.

Il Documento di Economia e Finanza del 2022, che definisce la cornice economica e finanziaria e gli obiettivi di finanza pubblica per il prossimo triennio, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri del 6 aprile e trasmesso al Parlamento il 7 aprile. Il documento prende avvio, inevitabilmente, dalle contingenze storiche che potrebbero influire sull’economia quali: l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’aumento dei prezzi dell’energia, degli alimentari e delle materie prime, l’andamento dei tassi di interesse e la minor crescita dei mercati d’esportazione italiani.  “L’incertezza è molto ampia, in relazione a fattori politici ed economici internazionali. Se lo scenario globale dovesse ulteriormente deteriorarsi, vi è il rischio che la crescita annua risulti inferiore a quella derivante dal trascinamento del risultato del 2021. Il Governo non esiterà a intervenire con la massima decisione e rapidità a sostegno delle famiglie e delle imprese. Il Governo è impegnato ad accelerare fortemente la diversificazione delle fonti energetiche e il conseguimento di una maggiore autonomia energetica nazionale”, ha sottolineato il ministro dell’Economia Daniele Franco introducendo il Piano nazionale riforme allegato al Def, insistendo che “i tanti problemi contingenti non devono distogliere la nostra attenzione dagli obiettivi di medio e lungo termine. Va data piena attuazione al Pnrr e a tutte le iniziative necessarie per innalzare e rendere più sostenibile la crescita della nostra economia”.

Nel dettaglio, la previsione tendenziale di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2022 scende dal 4,7% programmatico della NADEF (Nota di aggiornamento del Documento Economia e Finanza) al 2,9%, quella per il 2023 dal 2,8% al 2,3%. Il disavanzo tendenziale della pubblica amministrazione è indicato al 5,1% per quest’anno; scende successivamente fino al 2,7% del PIL nel 2025. Gli obiettivi per il disavanzo contenuti nella NADEF sono confermati: il 5,6% nel 2022, in discesa fino al 2,8% nel 2025. Vi è quindi un margine per misure espansive (0,5 punti percentuali di PIL per quest’anno, 0,2 punti nel 2023 e 0,1 punti nel 2024 e nel 2025). “Utilizzando tali margini finanziari, il Governo predisporrà un nuovo decreto-legge per ripristinare alcuni fondi che erano stati utilizzati a copertura del recente decreto-legge n.17, integrare le risorse destinate a compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche a fronte della dinamica del prezzo dell’energia e delle materie prime, intervenire ancora per contenere il costo dei carburanti e dell’energia. Si appronteranno inoltre strumenti per sostenere le imprese più danneggiate dalle sanzioni nei confronti della Russia e a tale scopo si rifinanzierà anche il fondo di garanzia per le PMI. Infine, ulteriori risorse saranno messe a disposizione per fornire assistenza ai profughi ucraini”, ha spiegato sul punto il ministro dell’Economia e delle Finanze.

Per effetto di questi interventi, la crescita programmatica sarà lievemente più elevata di quella tendenziale, soprattutto nel 2022 e nel 2023 (3,1% e del 2,4%), con riflessi positivi sull’andamento dell’occupazione. Il rapporto debito/PIL nello scenario programmatico diminuirà quest’anno al 147,0%, dal 150,8% del 2021, per calare poi progressivamente fino al 141,4% nel 2025. “La decisione di confermare gli obiettivi programmatici di disavanzo fissati in un quadro congiunturale più favorevole testimonia l’attenzione dell’esecutivo verso la sostenibilità della finanza pubblica. Anche in questo momento difficile, in cui la finanza pubblica è chiamata a rispondere a molteplici esigenze di natura sia congiunturale sia strutturale, si conferma la sostenibilità dei conti pubblici”, ha scritto nella pressa del Def il ministro Franco, evidenziando che “per il Governo resta imprescindibile continuare ad operare per promuovere una crescita economica più elevata e sostenibile”.

Intanto il governo tedesco ha annunciato un pacchetto di aiuti per le imprese finalizzato a mitigare gli effetti delle sanzioni alla Russia in Germania. Ma “l’ordine di grandezza” del pacchetto su cui il governo si è accordato oggi a Berlino “non si può ancora valutare”, ha precisato il ministro delle finanze tedesco, Christian Lindner.

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