di Corinna Pindaro
Lunedì 18 luglio il presidente del Consiglio, Mario Draghi, volerà in Algeria insieme con il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. A differenza delle altre missioni con cui il governo ha allargato la platea di fornitori di gas per rendere l’Italia sempre più indipendente dalla Russia questa volta non vi è un accordo preparato a monte dall’Eni. Vi è, tuttavia, la ferma volontà di consolidare i rapporti con un Paese strategico e intessere collaborazioni anche su temi ulteriori rispetto alle forniture, come l’ambiente o il sociale.
Già prima dell’arrivo del premier Sonatrach, l’azienda petrolifera algerina, ha annunciato che aumenterà di altri 4 miliardi di metri cubi le sue forniture di gas all’Italia oltre ai 2 miliardi già accordati. In totale nel 2022 l’Algeria fornirà 6 miliardi di metri cubi di gas supplementari. In una nota congiunta, MiTE e Farnesina definiscono i 4 miliardi in più “un ulteriore passo nella strategia portata avanti dall’esecutivo e che, grazie anche al lavoro degli operatori italiani, mette in sicurezza il Paese, già nel breve termine, sul fronte dell’approvvigionamento di gas”.
Da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina e si è reso necessario trovare nuove forniture di gas l’Algeria è divenuto il primo fornitore di metano per l’Italia. Nel dettaglio l’approvvigionamento avviene attraverso il gasdotto Transmed, che arriva a Mazara del Vallo, in Sicilia, passando attraverso la Tinusia. Il paese maghrebino all’inizio dell’anno ci vendeva 21 miliardi di metri cubi all’anno, ed era secondo alla Russia, che ce ne vendeva 29 miliardi. Già nei mesi scorsi, asd Aprile, Draghi si è recato ad Algeri con l’ad di Eni, Claudio Descalzi, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. In quella occasione aveva chiuso un accordo che dal prossimo inverno porterà circa 10 miliardi di metri cubi di metano algerino in più in Italia, un terzo di quello che compravamo dalla Russia.
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