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Green economy: nel 2020 emissioni di Gas serra in aumento, presentata roadmap con obiettivi 2030

di Carlo Longo

Gli Stati Generali della green economy, riuniti a Rimini in occasione del Consiglio nazionale della green economy, se da un lato presentano una roadmap con obiettivi precisi da perseguire entro il 2030, tra cui una legge sul clima, dall’altro fanno i conti con dati non del tutto incoraggianti. Dalla relazione annuale emerge che le emissioni di gas serra in Italia nel 2021 tornano a crescere di circa il 6%, inoltre gli eventi catastrofici ambientali legati al clima nel 2021 sono stati quasi 1300 in netto aumento rispetto al passato se si considera che solo dieci anni fa erano meno di 400.

Per far fronte al nuovo target europeo di riduzione delle emissioni del 55% al 2030, l’Italia dovrebbe tagliare le proprie emissioni entro i prossimi 10 anni del 26,2, riducendole del 2,6% all’anno nei prossimi 10 anni. Per quanto riguarda l’uso delle rinnovabili nel 2020 in Italia è stato di 21,5 Mtep , un valore in negativo in quanto ridotto du 0,4 Mtep rispetto al 2019 . Nel 2020 le rinnovabili termiche si sono fermate a 10,1 Mtep, meno del 2008, mentre il consumo di rinnovabili nei trasporti è stato di 1,3 Mtep, lo stesso valore del 2019 ma comunque inferiore rispetto a quello registrato nel 2012. Nel 2020 il consumo di rinnovabili elettriche è cresciuto solo di 1 TWh (+1%) e sono stati installati solo 800 MW di nuovi impianti. Per raggiungere il target europeo si dovrebbero installare almeno a 6.000 MW annui per i prossimi 10 anni.

La relazione rileva, inoltre, che le auto ad alimentazioni alternative (Gpl,metano, ibrido, elettrico) nel 2020 hanno rappresentato quasi il 30% dei nuovi veicoli immatricolati in Italia. L’ascesa delle alimentazioni alternative è determinata dall’acquisto dalle auto ibride, che segnano il sorpasso sulle alimentazioni Gpl-metano. Le auto elettriche sono triplicate in un anno, dalle 17 mila unità del 2019 alle 60 mila circa del 2020, dallo 0,9% al 4,3%del mercato. L’Italia però è ancora molto lontana dal target di 6 milioni di auto elettriche al 2030.    Nel 2020 in Italia la vendita di nuove auto è calata del 28%,rispetto al 2019, anche se nel 2021 sembra che il dato sia in recupero. Pare costante ormai la discesa delle vendite delle auto diesel, dal 53% del 2017, fino al 33% del 2020, e anche a benzina:  dal 44% del totale immatricolato del 2019 al 38% dell’ultimo anno.

Degne di nota sono, comunque, le performance italiane in tema di economia circolare. L’Italia nel 2020 si classifica 1° fra i cinque principali Paesi europei per produttività delle risorse (misurata in euro di Pil per kg di risorse consumate), con 3,7 €/kg, davanti a Francia, Germania, Spagna e Polonia. Nel 2019 l’Italia ha riciclato 14 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari al 51% dei rifiuti prodotti, seconda in Europa dopo la Germania. Per il tasso di utilizzo circolare dei materiali (CMU) che misura il grado di impiego dei materiali riciclati all’interno dell’economia in relazione all’uso complessivo di materie prime, l’Italia si colloca al 2° posto dopo la Francia.

La riunione degli Stati Generali della Green Economy, oltre, a rilevare i dati ed i progressi dell’Italia presenta una roadmap con gli obiettivi da perseguire entro il 2030 che si connota di particolare importanza in quanto immediatamente precedente alla Cop26 di Glosgow. Anzitutto vi è la proposta di una legge per la protezione del clima finalizzata a velocizzare il raggiungimento della neutralità climatica, vi è il dichiarato intento di  raddoppiare l’utilizzo delle rinnovabili dal 20 al 40% e tagliare il consumo di combustibili fossili del 40%, introdurre misure di adattamento, promuovere un nuovo protagonismo delle città  e sostenere l’adozione della “Carta delle città verso la neutralità climatica” che ha già ricevuto le adesioni di oltre 45 città italiane. Vi è poi la volontà valorizzare e sviluppare i potenziali dell’Italia per l’economia circolare e il riciclo vincolando almeno il 50% delle risorse del PNRR per sostenere progettazione e innovazione di processi produttivi e di prodotti in direzione circolare, semplificare le procedure End of waste e promuovere l’impiego di materiali riciclati. Si è intenzionati infine a sostenere la transizione ecologica dell’agricoltura  e  accelerare la decarbonizzazione dei trasporti aumentando gli investimenti per il trasporto pubblico locale, disincentivando l’uso dell’auto privata in città e approvando una legge quadro per la mobilità condivisa.

Edo Ronchi, politico e accademico, presentando la roadmap al Consiglio nazionale della green economy sottolinea: “L’Italia non deve perdere questa occasione: deve puntare, con più decisione, a far parte delle locomotive europee della green economy. Vincendo la sfida della neutralità climatica con un’economia decarbonizzata e competitiva, capace di generare maggior occupazione e un miglior benessere, si costringerà così anche la Cina e gli altri paesi ritardatari, ad inseguire. Ritengo giusto sollecitare la Cina, che è una superpotenza economica, alla Cop 26 affinché prenda maggiori impegni reali per l’attuazione dell’Accordo di Parigi, respingendo il suo tentativo di nascondersi dietro ai Paesi in via di sviluppo, per mascherare il suo disimpegno. Non si può però consegnare alla Cina l’esito della Cop 26, anche perché con la conferma di un massiccio l’uso del carbone, rifiutando impegni di riduzione delle proprie gigantesche emissioni di gas serra fino al 2029 e rinviando il suo percorso di decarbonizzazione, la Cina ha già deciso. Il successo della Cop 26 dipende dal consolidamento dell’alleanza dei Paesi che si tanno impegnando per la neutralità climatica, guidati dall’Europa e dagli Stati Uniti: l’alleanza di coloro che, non senza difficoltà, stanno facendo della neutralità climatica una leva di Green Deal, per superare la recessione causata dal Covid”.

 

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