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Le guerre del gas. Sale la tensione tra Libano e Israele

Non solo tra Russia ed Europa, un’altra importante partita per il gas è in corso nelle acque del Mediterraneo tra Israele e Libano. Da anni Beirut reclama 860 chilometri quadrati di mare attribuiti in base a un vecchio accordo allo Stato Ebraico, una zona all’interno della quale ricadrebbe una parte del campo di Karish, un ricco giacimento che si trova a 75 chilometri da Haifa, dove Tel Aviv, attraverso la societá Energean, ha dato il via ai test in vista di procedere all’operazioni di estrazione e stoccaggio.

Una vecchia disputa, finora condotta sotto traccia con la mediazione americana, che  qualche giorno fa sembrava sul punto di essere risolta, ma che ora rischia di implodere. La quadra che Washington aveva trovato con buona pace delle due parti è saltata. Dopo le entusiastiche dichiarazioni iniziali del primo ministro libanese Najib Mikati che aveva affermato che la proposta degli Stati Uniti era “sulla strada giusta per far valere i diritti del Libano su tutte le sue acque”, il paese dei Cedri ha avuto un repentino e imprevedibile ripensamento e il 4 ottobre scorso ha inviato alla controparte e al negoziatore statunitense Amos Hochstein una bozza con una serie di emendamenti, presentati sotto forma di chiarimenti, che rimettono l’accordo, che pareva miracolosamente raggiunto,  completamente in discussione con il rischio di mandare all’aria  tutti sforzi diplomatici messi in atto per consentire ai due stati di estrarre pacificamente gas nella zona di mare a largo delle loro coste.

Immediata e piccata la reazione di Tel Aviv, che ha fatto sapere che non intende scendere a compromessi e che il primo ministro Yair Lapid  “aggiornato sui dettagli dei cambiamenti sostanziali che il Libano sta cercando di apportare all’accordo, ha incaricato la squadra negoziale di rifiutarli”.

Il nodo, secondo quanto è emerso, sarebbe stata la richiesta di Beirut di ottenere garanzie per un pieno controllo del giacimento marittimo di Sidone Qana e il suo rifiuto della definizione di “status quo” alla linea delle boe, che ha marcato finora i confini marittimi tra i due paesi. Cosa, dietro la quale, secondo Israele, si nasconderebbe l’intento del Libano di mettere l’intera frontiera completamente in discussione.

L’irrigidimento delle due parti al momento sembra insormontabile e questo non promette nulla di buono. Intanto la Radio dell’esercito israeliano ha riferito che il ministro della Difesa Benny Ganz ha ordinato di aumentare l’allerta sui confini e che jet di Tel Aviv hanno sorvolato le alture del Golan  e il sud del Libano mentre il gabinetto approvava un piano per prevenire possibili attacchi degli Hezbollah contro il campo di Karish. Tuttavia la Corte Suprema dello stato ebraico ha dichiarato non sospesi i negoziati con il Libano. Da Beirut intanto è giunta notizia che a novembre il paese inizierá ad utilizzare carburantte iraniano.