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Lukoil, Urso: “Asset di importanza strategica, pertanto di interesse nazionale”

La raffineria petrolifera Lukoil di Priolo rischia di chiudere a causa delle sanzioni alla Russia. Mentre un corteo di manifestanti ha sfilato a Siracusa a Roma si è svolto un tavolo tecnico al ministero per le imprese e il Made in Italy. Il ministro Adolfo Urso ha sottolineato l’importanza dello stabilimento, avanzando possibili soluzioni ma rinviando le decisioni a dicembre

di Emilia Morelli

Lo stabilimento di  raffinazione Isab Lukoil di Priolo rischia di chiudere a causa delle sanzioni alla Russia, mandando a casa 10mila persone. A Siracusa sono così scesi in piazza settemila manifestanti in occasione del corteo organizzato da Cisl e Ggil per chiedere il salvataggio dell’impianto. Al corteo hanno partecipato non solo i lavoratori dell’azienda ma anche i loro bambini, oltre ai sindaci della provincia di Siracusa e a una delegazione di studenti.

Nel frattempo il sindaco di Priolo è stato convocato a Roma, al tavolo tecnico voluto dal governo per salvare lo stabilimento, la seconda più grande raffineria in Italia e la quinta in Europa. “L’impianto di Priolo è un asset strategico per il nostro sistema produttivo, per la nostra filiera industriale del settore chimico in modo specifico e quindi è un interesse nazionale”, ha detto il ministro per le imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso.

Le decisioni, però, sono state rimandate a dicembre. “Abbiamo preso l’impegno a rivederci entro metà dicembre con delle soluzioni che noi pensiamo di poter mettere in campo per quella data”, ha comunicato il ministro.

Nel dettaglio, Urso ha spiegato che “la strada che dobbiamo percorrere in sede europea è capire se è possibile utilizzare gli stessi strumenti concessi ad altri paesi europei nelle stesse condizioni ed eventualmente anche quella di un intervento diretto dello stato”. Inoltre, il ministro non ha del tutto escluso per salvare la raffineria una deroga “anche temporanea all’embargo” o un “ampliamento delle garanzie Sace” per cui si discute con le banche.

Ad ogni modo, il ministro per le imprese e il Made in Italy ha precisato che, nell’ipotesi in cui ci siano investitori privati interessati a rilevare l’impianto “noi realizzeremo quel contesto prescrittivo che la golden power ci consente affinché comunque siano garantiti livelli occupazionali, produttivi e investimenti. Siamo impegnati in prima fila per garantire l’interesse nazionale”.

Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani,  ha definito l’incontro un tavolo “interlocutorio ma molto molto molto importante”, pur lamentando l’assenza del mondo bancario.  “Il governo ha garantito, con grande senso di responsabilità, che la vicenda non potrà che trovare una soluzione e questo rasserena il governo regionale sul mantenimento dei posti dell’indotto”, commentato poi Schifani definendo “opportuna l’iniziativa del ministro di interloquire con Abi, con l’intera associazione bancaria italiana”.

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