Price Cap al Gas, 13 Paesi tra cui l’Italia inviano esplicita richiesta alla Commissione europea

di Emilia Morelli

Sono 13 Paesi europei, tra cui l’Italia, i firmatari di una nota congiunta finalizzata a chiedere un’intervento della Commissione europea al fine di stabilire un tetto al prezzo del gas a fronte del continuo aumento dei costi dell’energia.  “La crisi energetica sta causando pressioni inflazionistiche insostenibili che colpiscono duramente le nostre famiglie e le nostre imprese. Dobbiamo ancora affrontare il problema più grave di tutti: il prezzo all’ingrosso del gas naturale”, si legge nella lettera inviata al Commissario per l’Energia Kadri Simson.

Al momento la questione del price cap rimane vaga e fumosa sebbene Italia Spagna, Polonia, Grecia, Belgio, Malta, Lituania, Lettonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Romania stiano mettendo in atto un vero e proprio pressing affinchè la questione sia affrontata al prossimo vertice d’emergenza dei ministri dell’Energia venerdì. Nella missiva vi è il chiaro invito a predisporre un’iniziativa legislativa formale il prima possibile. In prima battuta, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva suggerito di imporre un price cap esclusivamente al gas proveniente da Mosca, la proposta però non ha avuto seguito considerato il timore certamente non infondato che la Russia decidesse di rispondere al gesto tagliando completamente le forniture. Inoltre, diversi Stati tra cui l’ Ungheria e l’Olanda, sono contrari, anche se per ragioni diverse.

Per realizzare un tetto al prezzo del gas concretamente l’esecutivo europeo può scegliere di intraprendere due strade alternative tra loro. Si può scegliere di fissare un tetto al prezzo di acquisto pagato dalle aziende europee, ma sarebbero in questo caso gli Stati a dover fare fronte alla differenza rispetto al prezzo di mercato al fornitore estero con costi esorbitanti per la spesa pubblica. In alternativa dovrebbe essere imposto un tetto al prezzo di acquisto a cui tutti i Paesi fornitori dovrebbero uniformarsi, e quindi  Stati Uniti, Norvegia, Algeria e Azerbaijan. Per testare la fattibilità di questa seconda ipotesi von der Leyen ha fatto sapere che formerà una task force che si rechi nelle nazioni esportatrici di gas affinchè si valuti “la possibilità di abbassare in modo ragionevole il prezzo del gas”. Per convincere i fornitori  ad accettare un prezzo calmierato e non rivolgersi ad altri mercati l’Ue dovrebbe proporre accordi che appaiano vantaggiosi su altri punti, come contratti a più lungo termine o per maggiori quantità.

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