Cresce l’economia ma crolla il potere d’acquisto dei salari: il 9,8% della popolazione è in povertà assoluta

Lo rivela il Rapporto annuale 2024 dell’Istat

L’Istat ha presentato il “Rapporto annuale 2024 a Montecitorio, fornendo

un’analisi dettagliata della situazione socio-economica italiana. Il rapporto evidenzia i punti di forza e le criticità attuali, suggerendo aree di intervento per le politiche di sviluppo.

Aumento della povertà assoluta e disparità economiche

Uno dei dati più preoccupanti riguarda l’incremento delle persone in povertà assoluta, che ora rappresenta il 9,8% della popolazione, con un aumento significativo rispetto al 2013. Questo aumento ha colpito maggiormente i cittadini in età lavorativa, indicando che il reddito da lavoro non è più sufficiente per proteggere dal disagio economico. Gli operai, in particolare, hanno visto un rapido incremento della povertà, passando dal 9% del 2013 al 14,6% nel 2023.

Crollo del potere d’acquisto

Nonostante l’aumento dell’occupazione, il potere d’acquisto dei salari lordi è diminuito del 4,5% nell’ultimo decennio, a differenza di altri Paesi europei dove è aumentato. Questo calo, combinato con un’inflazione elevata, ha penalizzato i ceti bassi, riducendo la loro capacità di risparmio.

Problemi di sottoinquadramento dei laureati

Un altro problema evidenziato è il sottoinquadramento dei laureati: nel 2023, circa il 34% degli occupati laureati svolge lavori che non richiedono un titolo universitario. Questo fenomeno è particolarmente pronunciato tra i laureati in discipline socio-economiche e giuridiche (45,7%), mentre è meno comune tra i laureati in discipline STEM (27,6%).

Tasso di occupazione e divario di genere

Il tasso di occupazione è aumentato, raggiungendo il 61,5% della popolazione tra i 15 e i 64 anni. Tuttavia, persiste un significativo divario di genere, con un tasso di occupazione del 70,4% per gli uomini e del 52,5% per le donne. Il tasso di inattività rimane elevato, pari al 33,3%, il più alto tra i Paesi UE.

Divario di crescita con i maggiori Paesi UE

L’Italia ha impiegato 15 anni per recuperare il valore del Pil reale del 2007, accumulando un divario di crescita significativo con Spagna, Francia e Germania. Tuttavia, nel periodo 2019-2023, l’Italia ha registrato la crescita del Pil nominale più elevata tra i principali Paesi europei.

Effetto del Reddito di cittadinanza

Il Reddito di cittadinanza ha avuto un impatto positivo sulla riduzione della povertà, permettendo a molte famiglie di uscire dalla povertà assoluta. Senza questo sussidio, l’incidenza della povertà sarebbe stata significativamente più alta, specialmente nel Sud e nelle Isole.

Diminuzione dei giovani e posticipo delle tappe di vita

L’Italia ha registrato una significativa diminuzione della popolazione giovane (18-34 anni) nell’ultimo ventennio, con un calo del 22,9%. Contestualmente, l’età media per il primo matrimonio e la prima procreazione è aumentata, riflettendo una tendenza a posticipare queste tappe di vita.

Il “Rapporto annuale 2024” dell’Istat offre un quadro complesso e articolato della situazione italiana, evidenziando le sfide socio-economiche che il Paese deve affrontare. Tra povertà crescente, crollo del potere d’acquisto, sottoinquadramento dei laureati e divari di genere, emergono anche segnali positivi come l’aumento dell’occupazione e gli effetti benefici del Reddito di cittadinanza. Le politiche di sviluppo dovranno focalizzarsi su queste aree per promuovere una crescita inclusiva e sostenibile.

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