L’ Economist. I baby boomer, gli anziani piú avari della storia? Non spendono perché hanno paura del futuro

La pandemia, l’allungamento delle aspettative di vita, la fragilitá del mercato del lavoro dei figli creano ansie e timori per l’avvenire e inducono quessta generazione a risparmiare e ad essere piú oculataa di quanto avessero previsto i modelli economici

La generazione piú fortunata della storia, quella dei baby boomer, i nati cioè tra il dopoguerra e il 1964, con l’avanzare dell’etá stanno diventando avari. Non spendono e cercano di preservare se non addirittura aumentare le loro ricchezze, in assoluta controtendenza rispetto alle previsioni degli esperti economici basate sulle proiezioni standard relative al ciclo vitale del consumo.  Proiezioni, in relazione alle quali, ad esempio, emerge che i giovani tendono ad avere uscite superiori al loro reddito, poiché chiedono prestiti per l’istruzione o per acquistare la prima casa; che le persone di mezza età accumulano soldi per la pensione; e infine che i vecchi  spendono più di quanto guadagnano,  divorando i risparmi. Un modello che i baby boomer, che oggi costituiscono una fetta di 270 milioni di persone del mondo ricco – negli Usa sono il 20% della popolazione e possiedono il 52% della ricchezza (76mila mld di dollari)-  stanno sovvertendo completamente. Al fenomeno l’Economist dedica un ampio servizio, chiedendosi che ci fará questa generazione agiata con i propri soldi.

La questione è importante non solo per chi vende crociere o mazze da golf. Le scelte dei boomer eserciteranno un’enorme influenza, osserva il magazine, sulla crescita economica globale, sull’inflazione e sui tassi di interesse dei prossimi anni. La loro tirchieria, secondo gli analisti che hanno rilevato questo cambio di passo rispetto alle generazioni precedenti, rischia di sovvertire ogni previsione.  Non ci sará quell’esplosione di spesa che si pensava. Gli anziani spenderanno il loro denaro piú lentamente di quanto calcolato. I due economisti Yoko Niimi e Charles Horioka, riferisce l’Economist, segnalano che gli anziani in Giappone spendono solo l’1-3% del loro patrimonio netto all’anno, il che significa che molti muoiono ricchi. Nel caso dell’Italia, un altro economista, Luigi Ventura, insieme a Horioka,  rileva che il 40% degli anziani in pensione continua ad accumulare ricchezza.

L’Economist ha esaminato i dati relativi alle famiglie di una serie di paesi ricchi. Nel recente passato gli anziani  americani si comportavano come previsto dai modelli economici. A metà degli anni ’90, le persone di età compresa tra i 65 e i 74 anni spendevano il 10% in più di quanto incassavano, erodendo la propria ricchezza. Ma dal 2015 emerge che le persone di quella stessa fascia di etá risparmiano circa l’1% del proprio reddito.

In Canada il tasso di risparmio degli ultra 65 anni è diminuito nel corso degli anni 2000. Ma intorno al 2015, dopo che i boomer hanno cominciato ad andare in pensione, il declino si è fermato. Più recentemente il tasso è aumentato. In Corea del Sud, tra il 2019 e il 2023, il tasso di risparmio degli over 65 è balzato dal 26% al 29%, un aumento maggiore rispetto ad altri gruppi di età. In Gran Bretagna i pensionati spendono una quota sempre minore delle entrate. In Australia, all’inizio degli anni 2000, gli anziani non risparmiavano quasi nulla del loro reddito. Nel 2022 sono arrivati ad accantonare il 14%. In Germania dal 2017 al 2022 il tasso di risparmio dei pensionati è salito dal 17% al 22%. E in Giappone è in forte aumento.  I pensionati del Sol Levante rappresentano circa il 40% della spesa totale dei consumatori , meno di dieci anni fa, anche se sono molti di più. Ma quali sono le cause a monte di questa tendenza? Forse il senso di insicurezza istillato dalla pandemia, ma anche le preoccupazione sul proprio futuro e su quello dei figli, ai quali c’è forte desiderio di trasmettere i propri beni. Lo conferma il flusso di lasciti che, come quota del Pil, sta aumentando rapidamente in tutto il mondo ricco. Ad esempio, gli americani ereditano circa il 50% in più ogni anno rispetto agli anni ’80 e ’90. Gli irlandesi ereditano circa il doppio. Gli anziani hanno dovuto affrontare gravi rischi a causa del covid. Molti hanno sviluppato abitudini da eremiti, che faticano a scrollarsi di dosso. Nel 2022 i boomer americani hanno speso il 18% in meno in termini reali per cenare fuori rispetto al 2019.  L’ultimo fattore è il “rischio longevità”. Molti boomer vivranno fino a 100 anni e oltre, il che significa che trascorreranno un terzo della loro vita in pensione. Ciò rappresenta un onere finanziario, soprattutto per quanti potrebbero eventualmente aver bisogno di assistenza medica 24 ore su 24. Secondo uno studio dell’Employee Benefit Research Institute, la percentuale di pensionati che sono molto fiduciosi di avere “abbastanza soldi in pensione” è scesa da oltre il 40% della metà degli anni 2000 a meno di 30.

 

 

 

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